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Immagine del redattoreCSTA | Blackline Safety

Azoto, pro e contro del gas inerte in ambienti di lavoro

L’azoto è uno dei gas inerti più comune utilizzato nella manutenzione degli impianti. Presenta molte proprietà infatti è molto impiegato nell’industria alimentare, nel campo medico e nella rimozione di vapori infiammabili, ma è anche un gas soffocante che può generare asfissia e morte in maniera improvvisa e senza alcun preavviso

Abbiamo più volte ricordato quanto siano pericolosi spazi come serbatoi, vasche, recipienti che si trasformano spesso in luoghi di incidenti mortali e/o infortuni gravi dovuti soprattutto alla presenza di sostanze gassose come anidride carbonica, ammoniaca, azoto. Gli incidenti causati dall’inalazione di gas sono sempre più all’ordine del giorno, nonostante le procedure di sicurezza siano note. In Italia, ma anche all’estero, si contano numerose morti per inalazione da azoto.

L’azoto è un gas dalle mille proprietà, consente di conservare cibi, evitare incendi ed è molto utile nel campo della ricerca medica. È inodore, incolore e insapore. È uno dei principali elementi dell’aria (20,95% ossigeno e 78,09% azoto) e compensa la giusta quantità di ossigeno, senza influire sui sistemi biologici perché è inerte e non reagisce chimicamente con i sistemi viventi. Per questa caratteristica viene utilizzato in molti imballaggi alimentari consentendo di prolungare la freschezza dei prodotti ed evitando, appunto, l'ossidazione naturale. Anche in situazioni di rischio incendi o reazioni di ossidazione, l’azoto può venirci in aiuto perché rende le produzioni chimiche più sicure per i lavoratori e l’ambiente. Se viene ridotto allo stato liquido, l’azoto ha bisogno di grandi quantità di calore per poter evaporare, può essere quindi utilizzato per tutte quelle operazioni in cui è richiesto mantenere delle temperature basse.

Tuttavia i vantaggi derivanti dall’uso dell’azoto per evitare esplosioni o incendi dovuti a sostanze infiammabili generano, al contempo, una serie di rischi di asfissia legati all’uso del gas stesso. L’azoto, infatti, è considerato uno dei gas più pericolosi presenti nelle raffinerie e in impianti petrolchimici.

L’inertizzazione di una atmosfera consiste nel ridurre la concentrazione di ossigeno a valori inferiori al CLO (Concentrazione Limite di Ossigeno). Se ci si trova in un’atmosfera ricca di azoto si può perdere conoscenza entro una decina di secondi, senza avvertire alcun sintomo o malessere. Dopo alcuni minuti può sopraggiungere la morte. L’inalazione di azoto puro (100%) elimina completamente la CO2 e l’O2 dai polmoni provocando l’arresto immediato della respirazione. L’asfissia per carenza di ossigeno causa numerose morti sul lavoro perché è insidiosa, improvvisa e senza avvertimento e il pericolo può manifestarsi sia all’interno delle apparecchiature che nelle zone adiacenti ad esse.

La maggior parte di questi incidenti avviene per inosservanza delle procedure di sicurezza e salute: mancanza di controlli gestionali, carenza di valutazione dei rischi, ingresso in spazi confinati non riempiti con aria respirabile dopo la bonifica, immissione accidentale di gas inerti in sistemi di erogazione di aria respirabile sono solo alcuni esempi.

In luoghi di lavoro dove sono presenti rischi di asfissia da gas inerti è sempre opportuno quindi identificare e delimitare le aree di pericolo, utilizzare rilevatori di ossigeno con segnalazione ottica e sonora, utilizzare dispositivi di protezione personale e - dove necessario - ingaggiare una sorveglianza con personale dedicato e competente in grado di attuare le adeguate procedure di emergenza e di primo soccorso.


 
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