L'ergonomia è un tema ancora oggi fin troppo trascurato. Eppure le cattive posture o i movimenti ripetuti possono causare gravi problemi per dipendenti e aziende. Per ovviare a queste problematiche si può ricorrere agli esoscheletri, strumenti che sanno tanto di futuro fantascientifico, ma che invece sono diventati una tangibile realtà da diffondere e utilizzare.
Quando si pensa alla sicurezza sul luogo del lavoro si pensa al possibile rischio infortuni. Un peso può cadere addosso ad un operaio, un arto può rimanere impigliato in qualche macchinario, una sostanza nociva può diffondersi nell'aria o raggiungere la pelle o gli occhi di qualcuno. Raramente, però, ci si rende conto che una delle principali fonti di “infortunio sul lavoro” è quella dovuta a problemi conseguenti una cattiva postura, uno sforzo ripetuto, una serie di movimenti sbagliati, una cattiva gestione di determinati macchinari. Ed ecco che tutta una serie di problematiche più o meno gravi si presentano e affliggono uno o più lavoratori.
A questo proposito, negli anni è stata sviluppata una scienza multidisciplinare volta allo studio delle funzioni e dell’interazione tra i tre elementi che caratterizzano un sistema di lavoro: l'uomo, la macchina, l'ambiente. Questa scienza è chiamata ergonomia.
Lo scopo dell’ergonomia è quello di migliorare le prestazioni del sistema e la soddisfazione complessiva dei lavoratori, tutelandone il benessere, la salute e la sicurezza. Seguire o non seguire le indicazioni espresse da questa disciplina può comportare il presentarsi o meno di gravi patologie come i disturbi muscolo-scheletrici (DMS) lavoro-correlati.
I DMS possono colpire schiena, collo, spalle, arti superiori e inferiori, creando danni ad articolazioni e tessuti, che possono causare nei casi più gravi disabilità e necessità di abbandonare il lavoro.
Da uno screening fatto attraverso questionari nel 2015 è risultato che il 60 % dei lavoratori accusa nell'arco dell'anno uno o più disturbi fisici riconducibili a problemi ergonomici.
Come combattere i DMS?
Per affrontare i DMS i datori di lavoro possono ricorrere a una valutazione dei rischi stilata da esperti.
Le azioni da intraprendersi spaziano fra diversi ambiti:
un'attenta configurazione dei luoghi di lavoro, per migliorare le posture;
attrezzature adeguate alle mansioni da svolgere, come carrelli per movimentare i carichi;
una corretta analisi delle mansioni tesa a identificare i soggetti più a rischio;
una gestione delle attività che permetta di evitare lavori ripetitivi o prolungate posture scorrette per un singolo lavoratore.
Gli Esoscheletri occupazionali: una possibile soluzione?
Diversi sono gli scenari in cui la movimentazione di carichi di peso elevato permea tutte le attività. Dalla sistemazione degli scaffali di un supermercato o di un grande negozio di elettrodomestici all’industria automobilistica e aerospaziale, passando per l’edilizia e l’agricoltura, così come in moltissimi altri settori.
Per mitigare le problematiche dovute ad un ripetuto sforzo fisico (catalogabile in diversi modi in base alla tipologia di movimento, la sua ripetizione, le diverse parti del corpo indicate e così via), si può ricorrere all’utilizzo di esoscheletri. Quest'ultimi, non sono altro che dispositivi indossabili per supportare il sistema muscolo-scheletrico, potenziando le capacità fisiche (forza, agilità, velocità, potenza, ecc.) dell'utilizzatore che ne viene rivestito e costituendo così una sorta di "muscolatura artificiale" in grado di ridurre lo stress muscolare. In questo modo, quindi, si possono prevenire i DMS. È quindi evidente come sia prioritario incentivarne l'utilizzo e favorire in ogni sede opportuna lo sviluppo di nome regolamentari e attuative che rendano questi dispositivi diffusi e disponibili per una vera sicurezza sul lavoro che trasformi un possibile futuro in un autentico presente.
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