Secondo i dati riportati nel documento di sorveglianza degli infortuni mortali, tra le cause di morte più ricorrenti tra i lavoratori vi sono gli “investimenti”. I motivi sono diversi e proprio per questo diventa necessaria una adeguata formazione e informazione dei lavoratori, oltre che una corretta valutazione dei rischi.
Tra le cause di morte più ricorrenti tra i lavoratori vi sono gli “investimenti”: questo è il dato che si ricava dalla banca dati del Sistema di sorveglianza nazionale degli infortuni.
Tra le professioni più colpite vi sono ovviamente i conduttori di mezzi di lavoro (camion, furgoni, macchine movimento terra) con il 19,2%. Ad esempio, durante le operazioni di carico/scarico merci l’autista, che in quel momento si trova a terra, viene investito da un altro mezzo. Il 16% coloro che svolgono mansioni in cantieri temporanei, l’8,5% gli addetti al magazzinaggio o alla consegna merci. In tutti i casi non si tratta di lavoratori inesperti: nel 65% dei casi il lavoratore deceduto aveva oltre tre anni di esperienza.
I veicoli coinvolti negli incidenti mortali considerati nel documento risultano essere per il 31% camion (autotreni, autoarticolati, etc..) e il 12% carrelli elevatori.
Gli investimenti avvengono perlopiù durante la costruzione di autostrade, strade, ferrovie e per un 12% nel comparto dell’agricoltura. Nel 50% dei casi, insieme all’errata condotta dei mezzi, sono stati identificati anche problemi alle attrezzature di lavoro, e, per la parte restante, comportamenti inadeguati dei lavoratori o dei loro colleghi.
Nelle aree di pertinenza aziendale, le manovre in retromarcia effettuate con scarsa visibilità e l’assenza di coordinamento con il personale a terra risultano essere nel 65% dei casi gli elementi comuni degli infortuni mortali analizzati. Anche la mancanza sui veicoli dei dispositivi di segnalazione del movimento e di retro-visione risultano fattori prevalenti di rischio in molti casi.
È sempre auspicabile un’adeguata formazione e informazione dei lavoratori, un utilizzo di veicoli appropriati e conformi alle norme e il rispetto di una serie di misure preventive per ridurre al minimo la probabilità di investimento.
Ne ricordiamo qui qualcuna. Nelle aree di pertinenza dell’azienda è necessario:
realizzare percorsi separati per la circolazione di mezzi e pedoni;
prevedere adeguati attraversamenti pedonali;
far rispettare i limiti di velocità;
in caso di operazioni notturne e in condizioni di scarsa visibilità nelle aree di transito segnalare le zone di pericolo e gli ostacoli.
All’interno dei cantieri stradali:
recintare il cantiere, predisporre e mantenere adeguata segnaletica;
indossare abbigliamento ad alta visibilità;
fornire assistenza alle manovre dei mezzi da una distanza di sicurezza;
limitare gli attraversamenti della sede stradale;
in caso di nebbia o di condizioni che limitano la visibilità non effettuare operazioni che comportano l’esposizione al traffico di operatori e di veicoli.
Nelle aree ferroviarie:
stabilire e indicare le mansioni di avvisatore, avvistatore e di vedetta;
i mezzi acustici adottati devono risultare efficaci rispetto alle caratteristiche e all’estensione del cantiere;
quando le squadre di lavoro utilizzano attrezzi manuali, questi vanno riposti in aree di sicurezza rispetto al passaggio dei treni;
per la protezione dei cantieri che operano nell’ambito delle stazioni, tutti i provvedimenti per la sicurezza vanno condivisi tra l’agente preposto alla protezione del cantiere e il dirigente movimento.
Risulta necessaria una valutazione che permetta di individuare le aree di possibile interferenza soprattutto tra pedoni e mezzi e il rischio di investimento in modo da attuare, in tutti i punti in cui risulta possibile, l’eliminazione del rischio. CSTA, da sempre attenta alla sicurezza delle persone, compie anche questo tipo di valutazioni.
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