Quali sono le cause scatenanti dei molti incidenti che avvengono all'interno di spazi confinati? Purtroppo sono molteplici e spesso inaspettate. Il numero di infortuni dovrebbe suggerire una maggiore prevenzione per ridurre al minimo i rischi all’interno degli spazi di lavoro.
Le imprese e i lavoratori autonomi operanti negli ambienti confinati o sospetti di inquinamento sono tenuti ad essere informati dal datore di lavoro sulle caratteristiche dei luoghi in cui operano, sui rischi esistenti e sulle misure di prevenzione da adottare - DPI (dispositivi di protezione individuale), nonché sulle attrezzature varie (autorespiratori, sistemi di recupero e soccorso, rivelatori di gas infiammabili e/o tossici e/o di ossigeno) necessarie per garantire la sicurezza nei lavori in spazi confinati.
Sarebbe opportuna anche una procedura lavorativa che possa ridurre al minimo i rischi e che consideri le fasi di soccorso e di coordinamento con il sistema di emergenza del Servizio sanitario nazionale e dei Vigili del fuoco.
Per ambienti confinati si fa riferimento a spazi con una presenza limitata di aperture che, a seguito di una scarsa ventilazione, si riempiono di sostanze tossiche in circolazione anche per la carenza di ossigeno presente nell’aria, o a seguito di reazioni dovute a ossidazioni all’interno di serbatoi, fermentazioni e decomposizioni varie. Fenomeni che contribuiscono a provocare una serie di pericoli per la salute del lavoratore. La presenza limitata di aperture è un ostacolo anche per le operazioni di salvataggio, soprattutto in situazioni critiche.
Per evitare un certo tipo di incidenti sarebbe opportuno ventilare l’ambiente con mezzi idonei, soprattutto dopo un periodo di chiusura, e se persistono dubbi sulla salubrità dell’atmosfera fornire i lavoratori di apparecchi di protezione e predisporre un accesso per poterlo recuperare facilmente in caso di emergenza.
Nel caso in cui non fosse possibile assicurare un’aerazione completa dell’ambiente è necessario indossare DPI, anche collegati con un mezzo di salvataggio tenuto all’esterno, e avere un personale in continuo collegamento con gli operatori all’interno degli spazi confinati, così da intervenire immediatamente qualora dovesse servire.
Prima di effettuare un eventuale soccorso è necessario avere informazioni sulla vittima e sulla situazione ambientale presente all’interno, spegnere gli impianti collocati nelle immediate vicinanze e sospendere qualsiasi tipo di lavoro. Dovrebbe essere il lavoratore all’interno dello spazio confinato a segnalare l’emergenza.
Una volta giunta la squadra di primo soccorso verrà valutata la sicurezza ambientale attraverso una serie di informazioni ricavate tramite allarmi sonori e visivi e da segnaletica particolare, per poi poter accedere per il recupero dell’infortunato.
Il primo soccorso è fondamentale, a morire spesso sono la prima persona e il soccorritore. Un tema a cui spesso si dà poca rilevanza è proprio la gestione delle emergenze e del primo soccorso che, al contrario, dovrebbe presupporre precise competenze e specificità. I soccorritori devono essere in possesso, infatti, di specifiche competenze tecniche, tecnico/sanitarie ed esperienza sul campo. Devono anche coordinare, progettare, pianificare ed eseguire direttamente interventi di soccorso in varie situazioni di emergenza.
Esempi di infortuni e incidenti che avvengono in vari spazi confinati, come le vasche di fermentazione, le reti fognarie, le cisterne e i silos, così come le dinamiche degli incidenti devono invitare ad una continua riflessione.
Imparare dagli errori è quindi necessario per avere maggiori indicazioni e suggerimenti per una migliore prevenzione dei rischi negli ambienti di lavoro.
Non tutte le situazioni a rischio negli ambienti confinati sono per forza causati dalla presenza di sostanze inquinanti. Per tale motivo è necessaria una continua attività di informazione e formazione di tutto il personale impiegati in ambienti sospetti di inquinamento o confinati.
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